26 Novembre 2018 Intellectual Property Unit / News / News_it/en 0 Comment

ITALIAN SOUNDING e tutela dell’agroalimentare made in Italy

I prodotti alimentari made in Italy rappresentano un tassello fondamentale della nostra economia e contribuiscono in modo considerevole al flusso delle esportazioni nazionali. Tuttavia, nei supermercati di tutto il mondo, per ogni prodotto autenticamente italiano ne esistono diversi che contrabbandano false origini, andando a sfruttare immagini, denominazioni e marche che “suonano” come italiane.

Il fenomeno in esame si chiama Italian Sounding e consiste nel dare un’immagine italiana ad un prodotto agroalimentare di qualità che in realtà non è italiano; da un punto di vista pratico, si realizza tramite l’utilizzo, sulle confezioni di beni prodotti all’estero, di parole italiane, immagini (come ad esempio il Colosseo, la Torre di Pisa etc…), colori ed espressioni fuorvianti  che richiamano in modo palese la provenienza italiana di un prodotto; in tal modo, i consumatori esteri vengono indotti in errore circa l’origine di tali prodotti. Questi comportamenti sono spesso considerati leciti nei Paesi esteri interessati dal fenomeno, (come gli Stati Uniti) e, pertanto, sono difficilmente perseguibili e sanzionabili legalmente. A rafforzare la decettività dei messaggi, spesso le etichette vengono caratterizzate da un richiamo geografico a noti luoghi italiani, accompagnandolo, nella parte descrittiva, ad espressioni quali “genere”, “stile..”, “secondo la tradizione..”, “secondo la ricetta tipica..”.

Da un punto di vista giuridico, l’ Italian Sounding si differenzia dalla contraffazione; quest’ultima, infatti,  riguarda prevalentemente illeciti relativi alla violazione del marchio registrato, delle denominazioni di origine (DOP, IGP, ecc.), del logo, del design, del copyright, fino ad arrivare alla contraffazione del prodotto stesso, con implicazioni di carattere produttivo e notevoli difficoltà nella tracciabilità della filiera che determinano conseguenze gravi legate all’uso di ingredienti nocivi per la salute ovvero al ricorso di procedure di produzione e/o conservazione non idonee. Se la contraffazione può essere legalmente impugnabile e sanzionabile, la stessa cosa non vale per l’ Italian Sounding; quest’ultimo, a differenza della contraffazione, si sostanzia pertanto in un fenomeno meramente evocativo, in un richiamo alla presunta italianità del prodotto che non trova fondamento nel prodotto stesso e che induce il consumatore ad associare erroneamente il prodotto locale a quello autentico italiano. I prodotti italiani più colpiti sono: formaggi, in particolare quelli tipici, pasta, alimentare e fresca, sughi per pasta, pomodori pelati e conserve di pomodori, olio d’oliva, aceti, salumi e affettati, vino, aceto balsamico, pizze surgelate fino alla polenta. Tra i più famosi esempi di Italian Sounding abbiamo Parmesan, che imita il Parmigiano Reggiano, Mozarella, che viene falsamente veicolata come mozzarella di bufala, Salsa Pomarola, venduta in argentina, Zottarella prodotta in Germania, e Spagheroni olandesi.

Un punto fondamentale nella lotta al fenomeno dell’ Italian Sounding è stato ottenuto in UE quando, nel dicembre 2014, è divenuto applicabile il nuovo Regolamento UE 1169/2011 sull’informazione al consumatore, grazie al quale è possibile implementare una più efficace azione di contrasto.  La normativa stabilisce che l’indicazione d’origine dell’alimento debba essere obbligatoriamente apposta in etichetta nel caso in cui “l’omissione di tale indicazione possa indurre in errore il consumatore in merito al paese d’origine o al luogo di provenienza reali dell’alimento, in particolare se le informazioni che accompagnano l’alimento o contenute nell’etichetta nel loro insieme potrebbero altrimenti far pensare che l’alimento abbia un differente paese d’origine o luogo di provenienza“.

In Italia, per combattere il fenomeno dell’Italian Sounding, Federalimentare è stata direttamente impegnata su numerosi tavoli di lavoro e ha preso parte a molteplici iniziative in stretto coordinamento con Ministeri, Istituzioni, ed Enti pubblici e privati. In diverse occasioni Federalimentare ha presentato una proposta articolata in 4 punti sostanziali:

  • potenziamento degli strumenti normativi e costituzione di una rete di studi legali di riferimento a carico dell’Amministrazione Pubblica;
  • inserimento di clausole a tutela dei prodotti (quali, ad esempio, marchi, Denominazioni di Origine e Indicazioni Geografiche) all’interno degli accordi bilaterali di libero scambio, nonché clausole che vietino l’evocazione;
  • potenziamento della partecipazione a manifestazioni fieristiche e rafforzamento delle relazioni con i principali attori della GDO al fine di garantire l’ingresso e la permanenza sui mercati esteri di prodotti autenticamente italiani;
  • realizzazione di campagne di informazione e comunicazione, nonché eventi divulgativi finalizzati a promuovere il vero valore del prodotto “realmente” made in Italy ed incrementare la tutela del consumatore finale.

Sempre in Italia, un’altra iniziativa importante nell’ambito del contrasto al fenomeno è  l’App Authentico che, tramite la scansione del codice a barre presente sulla confezione, permette di sapere istantaneamente se il prodotto è autentico Made in Italy o se si tratta di una banale imitazione. Questo strumento, completamente gratuito, fornisce inoltre informazioni sulla provenienza, il  produttore, i punti vendita e, nel caso di un falso Made in Italy, consente di inviare un’opportuna segnalazione agli altri utenti al fine di evitare il reiterarsi dell’inganno.

Tutelare l’italianità richiede pertanto una politica di ampie vedute che valorizzi le risorse e la capacità attrattiva del nostro Paese e promuova un approccio sinergico basato su collaborazioni strette e operative tra istituzioni pubbliche, mondo associazionistico e soggetti privati. Come Federalimentare, infatti, anche il resto delle autorità di controllo come delle associazioni dei consumatori hanno il diritto e il dovere di impegnarsi in adeguate iniziative volte a veicolare i pregi dell’italianità agroalimentare e riducendo, in tal modo, la distorsione del concetto di “prodotto italiano” e di “cucina italiana”, contrastando la conseguente perdita di immagine della nostra cultura eno-gastronomica nel modo.

Fabiano DE LEONARDIS

Intellectual Property Unit